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Studi di retribuzione 2025
Il mercato del lavoro del 2025 presenta una forte contraddizione. Entra in qualunque reparto HR e sentirai lo stesso ritornello: «Non riusciamo a trovare candidati con le competenze lavorative adatte». Eppure, andando a fondo su come le aziende affrontano lo sviluppo dei talenti, emerge un quadro diverso, dove formazione e sviluppo si trovano sorprendentemente in basso nelle liste delle priorità aziendali.
Questo disallineamento non è solo frustrante: la mancanza di competenze lavorative richieste tra i candidati rappresenta infatti la principale sfida in fase di assunzione.
Secondo il nostro report Talent Trends, con insight di oltre 15.000 responsabili delle assunzioni, il principale ostacolo nel recruiting è la mancanza delle competenze richieste nei candidati. Questo ci dice che, anche con una proposta di retribuzione competitiva, se ai candidati mancano le skill fondamentali, le aziende si troveranno comunque davanti a un blocco significativo.
Ma si tratta di un gap che si può superare, se i datori di lavoro sono disposti a investire dove conta.
È un paradosso che sentiamo ripetere spesso: le aziende non trovano competenze, ma non investono nemmeno nella formazione. Le aziende segnalano costantemente i gap di competenze come una sfida importante in fase di assunzione, e tuttavia molte esitano a costruire queste skills internamente.
I dati mostrano contraddizioni eloquenti:
La sfida per i datori di lavoro è chiara: costruire expertise internamente richiede tempo, un tempo che molte organizzazioni sentono di non avere. La soluzione sta in un equilibrio strategico: sviluppare internamente le competenze lavorative fondamentali e, al contempo, fare leva su expertise esterne per skill specialistiche.
Il nostro report evidenzia cinque competenze critiche che dominano le priorità di assunzione nel 2025. Le percentuali indicano quanti tra questi datori di lavoro hanno selezionato ciascuna competenza come priorità di assunzione, offrendoti una visione chiara di ciò che conta davvero nell’attuale mercato:
Il panorama globale delle competenze mostra variazioni regionali interessanti che riflettono priorità economiche e valori culturali locali. Comprendere queste sfumature è fondamentale per personalizzare la tua strategia di talent acquisition o la tua ricerca di lavoro:
I datori di lavoro in Africa danno priorità al pensiero analitico (38%) e all’expertise tecnica (38%), seguiti da vicino dall’apprendimento continuo (34%). Ciò suggerisce una forte enfasi sul rafforzamento della competenza tecnica e delle capacità di problem solving, probabilmente in linea con la crescita del settore tech nell’area e con l’esigenza di decisioni data-driven nei mercati in sviluppo.
Nell’Asia-Pacifico le competenze di comunicazione (42%) sono molto apprezzate, ma le priorità restano relativamente bilanciate anche sulle altre skill, riflettendo la diversità delle esigenze economiche dei vari mercati. Spiccano anche adattabilità (33%) e pensiero analitico (32%).
In Europa i datori di lavoro attribuiscono il valore più alto alle competenze interpersonali (42%), a sottolineare l’importanza di culture lavorative collaborative e della costruzione di relazioni di lungo periodo. Anche l’adattabilità (41%) è molto elevata, riflettendo la necessità di agilità in mercati europei complessi.
Nel Medio Oriente emerge una preferenza marcata per le competenze di comunicazione (49%), significativamente superiore alla media globale. Anche pensiero analitico (39%) e apprendimento continuo (36%) sono molto valorizzati, a conferma della spinta verso decisioni informate e sviluppo costante delle skill.
In Nord America i datori di lavoro attribuiscono grande importanza alla comunicazione (44%), mantenendo al contempo un forte accento sull’expertise tecnica (36%) e sulle capacità decisionali (35%). Il segnale è chiaro: si cercano leader capaci sia di «codificare» sia di comunicare, professionisti in grado di colmare il divario tra tecnologia e strategia.
In Sud America l’adattabilità (43%) è la priorità n.1, seguita da vicino dalle competenze interpersonali (42%). Ciò riflette verosimilmente la volatilità economica e la necessità di workforce resilienti e flessibili, in grado di muoversi in condizioni di business mutevoli.
Comprendere queste differenze aiuta i datori di lavoro a considerare potenziali bias o aree in cui, in fase di assunzione, possano essere enfatizzate prospettive diverse. I dati mostrano differenze interessanti su come manager uomini e donne prioritizzano le competenze.
Le manager donne mostrano una preferenza più marcata per comunicazione e competenze interpersonali, suggerendo uno stile di leadership orientato alla costruzione di relazioni e a una comunicazione collaborativa.
I manager uomini, pur apprezzando competenze come comunicazione e intelligenza interpersonale, mostrano una preferenza leggermente più marcata per adattabilità ed expertise tecnica. In più, l’apprendimento continuo compare nella loro top five, mentre è assente nelle prime cinque priorità delle manager donne.
Le priorità cambiano sensibilmente tra i diversi livelli manageriali, rivelando come la responsabilità trasformi la prospettiva:
Ogni settore mostra priorità specifiche che i candidati dovrebbero conoscere quando puntano ad un’industry in particolare:
Le aziende tech danno priorità a competenze tecniche (39%), ma al secondo posto troviamo la comunicazione (37%). Segno che la brillantezza tecnica deve sempre essere accompagnata dalla capacità di spiegare concetti complessi a stakeholder non tecnici.
Le funzioni commerciali danno priorità a comunicazione (44%) e competenze interpersonali (40%), ma anche l’adattabilità (40%) è fondamentale, riflettendo l’esigenza di modulare l’approccio in base a clienti e mercati diversi.
Gli HR devono affrontare continui cambiamenti organizzativi: non sorprende che l’adattabilità (47%) sia la priorità assoluta, seguita da competenze interpersonali (42%). Due elementi che riflettono il ruolo HR come agenti di cambiamento e costruttori di relazioni.
Qui domina il pensiero analitico (39%), coerente con la natura data-driven della finanza moderna. Tuttavia, adattabilità (37%) e comunicazione (36%) restano centrali per la gestione della clientela e i cambiamenti normativi.
Al primo posto troviamo l’expertise tecnica (44%), ma anche adattabilità (36%) e pensiero analitico (36%) crescono di importanza, segno della crescente digitalizzazione e ottimizzazione dei processi produttivi.
A partire dai dati che abbiamo approfondito nell’articolo, riassumiamo cosa i datori di lavoro possono fare per navigare un mercato del lavoro sempre più competitivo ed assicurarsi i migliori talenti.
Molti datori di lavoro dichiarano che trovare candidati con le giuste competenze è una grande difficoltà. Eppure, spesso la formazione e lo sviluppo non sono tra le priorità per trattenere o attrarre talenti. Un disallineamento evidente!
Cosa puoi fare: rivedi budget e strategia di formazione. Investi in upskilling e reskilling, anche attraverso partnership con università o piattaforme online. Comunicalo chiaramente nel tuo employer branding: i candidati apprezzano le aziende che puntano sulla crescita delle persone.
I dati mostrano che le soft skills (comunicazione, adattabilità, competenze interpersonali) sono spesso persino più importanti delle competenze tecniche.
Cosa puoi fare: integra strumenti di valutazione delle soft skills nei processi di selezione e considera approcci skills-first, che valorizzano esperienza pratica e potenziale tanto quanto i titoli accademici.
Le priorità cambiano da Paese a Paese, da settore a settore, da livello a livello.
Cosa puoi fare: adatta job description, employer branding e domande di colloquio in base al contesto. La nostra expertise ti può guidare in questo processo.
I candidati vogliono chiarezza su modelli di lavoro ibridi, retribuzioni e sull’impatto delle nuove tecnologie come la GenAI.
Cosa puoi fare: comunica in modo trasparente le tue strategie fin dalle prime fasi del processo di selezione: costruisce fiducia e attira chi condivide le tue stesse aspettative.
Oggi le persone cercano stabilità e sicurezza psicologica.
Cosa puoi fare: investi in un ambiente di lavoro orientato ai valori, trasparente e supportive, con leader capaci di dare visione. Offri opportunità di crescita reale: è la chiave per la retention di lungo termine.
Il 2025 segna una forza lavoro in transizione: l’expertise tecnica resta rilevante, ma le soft skills – comunicazione, adattabilità e competenze interpersonali – assumono un ruolo sempre più centrale.
Serve impegno reciproco: le aziende devono investire nello sviluppo ed i professionisti devono puntare su apprendimento continuo e crescita.
Le aziende ed i professionisti che sapranno navigare questa trasformazione saranno quelli che capiranno che lo sviluppo delle competenze non è un evento una tantum, ma un vantaggio competitivo strategico e continuo.
Scopri i trend che stanno trasformando il mercato del lavoro in Italia e nel mondo con il nostro report Talent Trends 2025 Italia: Trasparenza per competere.
Questo report esplora ciò che i candidati e i dipendenti di oggi desiderano davvero, e dove le percezioni dei datori di lavoro potrebbero non essere allineate. Offre approfondimenti pratici per leader HR e professionisti del recruiting che vogliono attrarre, coinvolgere e trattenere i migliori talenti in un mercato in rapida evoluzione.
Scarica il report completo o esplora il nostro strumento interattivo online per accedere a insight più approfonditi e in tempo reale, pensati per le tue esigenze di assunzione.
Comunicazione, adattabilità e competenze interpersonali guidano le priorità dei datori di lavoro, ma gli investimenti in formazione restano bassi.
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