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La pandemia ha avuto un enorme impatto sul lavoro, sull’economia e sul mondo in generale, così come eravamo abituati a conoscerli. La maggior parte delle persone ha iniziato a lavorare da casa, molti per la prima volta in assoluto. Alcuni settori, come quelli dell’ospitalità e del turismo, hanno visto cessare completamente le attività e, nella maggior parte dei casi, sono tuttora ‘in pausa’. Di conseguenza, il settore della selezione del personale ha subito un notevole rallentamento, sia per i candidati che per i loro potenziali datori di lavoro.

Ma la selezione del personale non si è fermata completamente e i professionisti sicuramente non hanno mai smesso di pensare alla propria carriera, alle proprie competenze e al proprio futuro. PageGroup ha condotto un sondaggio tra oltre 6.100 professionisti in tutta Europa, scoprendo le loro opinioni riguardo al bagaglio di competenze, alla formazione e allo sviluppo professionale, nonché alle competenze trasversali più richieste dai datori di lavoro nel 2021.

I risultati della nuova normalità potrebbero sorprendervi

· I professionisti hanno fiducia nelle proprie competenze.

Questo è un dato statistico che emerge molto chiaramente. Abbiamo chiesto ai professionisti se ritenessero di essere in possesso dell’insieme di competenze necessarie per il mercato odierno e, sebbene il 50% fosse al momento disoccupato, il 98% ritiene di possedere le competenze necessarie.

Come mai? Non possiamo darvi una risposta precisa ma ciò che possiamo affermare è che questa generazione di professionisti in cerca di lavoro prende seriamente in considerazione la formazione, a prescindere dalla crisi sanitaria mondiale in atto. Il 41% dei professionisti ha partecipato a un webinar e ben il 50% ha svolto un corso di aggiornamento dall’inizio della pandemia, ma non a causa della pandemia, dato che i corsi di formazione vengono svolti di consueto.

Migliorare e sviluppare le competenze per oggi e domani

· Per quali motivi i professionisti hanno svolto una formazione specifica?

In generale, i nostri intervistati hanno svolto corsi di formazione per migliorare le proprie attuali competenze (65%), sviluppare nuove competenze inerenti al proprio ruolo (53%) o prepararsi per ruoli migliori in futuro (37%). Questi motivi sono tutti molto pratici e dimostrano che molti dei professionisti sono al momento soddisfatti del proprio settore, dato che solo il 21% sta apprendendo nuove competenze in vista di un cambiamento di attività professionale.

Il 31% dei professionisti ha sfruttato il tempo a disposizione per acquisire conoscenze su argomenti interessanti, non inerenti alla propria competenza, forse per essere considerati come figure più complete in occasione di un colloquio di lavoro per un nuovo ruolo. Il 12% dei nostri candidati ha sviluppato nuove competenze non relative al proprio ruolo, a sostegno dell’idea che alcuni candidati stanno cercando di costruirsi un profilo a tutto tondo per il mercato del lavoro odierno. Solo il 15% dei candidati ha appreso nuove competenze per certificazioni o esami correlati al proprio ruolo.

Condividere lo sviluppo professionale o non condividerlo?

La risposta dei candidati è, in generale, condividere lo sviluppo professionale tramite i propri curriculum vitae (51%) o sui social media (30%), con un sorprendente 26% dei candidati che preferisce non far conoscere agli altri il proprio miglioramento professionale.

Il 17% ha comunicato il proprio sviluppo professionale al proprio superiore nell’ultimo ruolo rivestito e il 10% ha reso noto il proprio sviluppo professionale all’ufficio Risorse Umane. Perché la condivisione dello sviluppo di competenze sembra così frammentata? La causa potrebbe risiedere nel modo in cui si prende atto delle proprie lacune professionali e una consulenza mirata alla selezione del personale può aiutare le aziende ad identificare le persone dotate delle competenze che stanno cercando attraverso i processi di valutazione del potenziale.

L’81% dei professionisti ha identificato le proprie lacune professionali tramite un auto-riflessione nel contesto del mercato del lavoro. Questa idea è sostenuta dal 39% dei rispondenti, che hanno perfezionato le proprie competenze confrontandosi con il mercato.

Ciò dimostra che oggi i professionisti sono in grado e disposti a giudicarsi personalmente rispetto al mercato e ritengono di essere in possesso delle competenze necessarie per avere successo. Quando abbiamo chiesto ai professionisti in che termini veniva affrontata la formazione dai loro manager, solo il 30% ha dichiarato che la formazione periodica veniva raccomandata e appena il 9% che era richiesta almeno una o due volte all’anno.

Dato che il 44% dei datori di lavoro non parla affatto di formazione e il 17% considera la formazione facoltativa, sembra che i professionisti prendano in seria considerazione l’apprendimento e il perfezionamento professionale e siano disposti a cambiare ruolo per modificare la situazione.

Come, quando e dove i professionisti vogliono apprendere?

Per chi è in cerca di lavoro, la qualità della formazione è un aspetto chiave da tenere in considerazione. Il 44% ritiene che la reputazione dell’ente formatore sia molto importante, il 34% dichiara che sia abbastanza importante, ma solo il 18% ritiene che il contenuto sia più importante di chi lo fornisce.

Perciò, in che modo preferiscono apprendere i professionisti? Abbiamo suddiviso la domanda in tre blocchi – competenze tecnologiche, competenze sociali e competenze cognitive – e abbiamo chiesto qual è la modalità formativa preferita per ciascuna tipologia.

Nel complesso, chi cerca lavoro vorrebbe che qualsiasi tipo di formazione venisse fornita tramite sessioni remote dal vivo. Il 29% desidera che le sessioni dedicate alle competenze tecnologiche siano fornite in questo modo, mentre il 26% desidera che vengano erogati in questa modalità i corsi di formazione sociale e il 26% le sessioni dedicate alle competenze cognitive.

I corsi di formazione in aula sono la seconda modalità preferita nella fruizione didattica e formativa, dato che il 20% desidera che le competenze tecnologiche siano insegnate in questo modo, mentre il 25% desidera che vengano insegnate in questa modalità le competenze sociali e il 20% le competenze cognitive.

In media, il 17% di chi cerca lavoro desidera ricevere feedback professionale da un insegnante, evidenziando pertanto che il contatto personale è ritenuto molto importante da parte dei candidati, mentre per i datori di lavoro costituisce un modo essenziale per offrire ai candidati ciò che desiderano.

A parte ciò che i candidati desiderano, quali sono, sempre secondo gli stessi, le competenze trasversali richieste dai loro potenziali datori di lavoro futuri? La competenza principale, secondo gli intervistati, è la capacità di trovare soluzioni/risolvere problemi, posizionata al primo posto dal 56% dei partecipanti al sondaggio.

Segue a ruota lo spirito di squadra/lavoro in team, scelto dal 49% e completa il podio delle prime tre competenze chiave la comunicazione, votata dal 46%. Queste competenze trasversali evidenziano che, secondo i candidati, i potenziali datori di lavoro cercano ottimi comunicatori, in grado di lavorare perfettamente all’interno di un team e di risolvere prontamente eventuali problemi. È questo il candidato ideale che state cercando oggi?

Se desiderate parlare con uno dei nostri consulenti esperti e scoprire in che modo possiamo supportarvi ad individuare il talento giusto per la vostra azienda o discutere i risultati del nostro ultimo sondaggio, vi invitiamo a contattarci.

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