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L'ageismo è una delle forme di discriminazione più comuni, insieme a quelle sull’etnia e sul genere. Negli ultimi anni, ha però ottenuto significativamente meno attenzione rispetto alle altre due forme di discriminazione sopra citate.
Movimenti che affrontano pregiudizi relativamente all’etnia e al genere hanno acquisito molta visibilità e rilevanza, al contrario dell’ageismo che resta un argomento molto meno affrontato nel discorso pubblico e mediatico, nonostante sia molto diffuso anche nel mondo del lavoro.
Nel nostro report Talent Trends, agli intervistati in è stato chiesto di classificare una serie di iniziative legate a Diversità, Equità e Inclusione (DE&I). Le loro risposte hanno evidenziato un ampio spettro di preoccupazioni relative all’inclusività nei luoghi di lavoro.
Ecco quali sono emerse come le 10 priorità principali in tema DE&I:
Ma cosa s’intende per ageismo? L’ageismo è una forma di discriminazione basata sull’età, e si verifica quando una persona o un gruppo di persone vengono trattate ingiustamente per via della loro età, sia che si tratti di giovani che di persone più senior.
I dati non mentono: le statistiche raccolte in Talent Trends rivelano che il fenomeno dell’ageismo è molto più diffuso di quanto si pensi e dovrebbe essere affrontato in maniera più capillare dalle aziende.
Dall’indagine, che ha coinvolto 50.000 lavoratori in 37 mercati, è emerso che il 44% dei lavoratori ha dichiarato di aver subìto discriminazioni legate all'età sul lavoro. Per i professionisti over 50, questa percentuale sale al 56%.
Analizzando il campione di 3.000 dirigenti senior, il 45% di essi ha dichiarato di essere stato vittima di discriminazioni legate all'età. Anche i ruoli a livello di leadership, come CEO e CFO, non sono insensibili all’ageism, con il 55% di essi che dichiara di aver sperimentato questo tipo di discriminazione.
Non solo professionisti più senior segnalano casi di discriminazione legata all'età, anche i lavoratori più senior affrontano pregiudizi legati ad esempio all'esperienza o alla loro maturità.
Il settore d’attività delle aziende spesso indirizza la “direzione” dell’ageismo: basti pensare a settori come quello delle start-up nel settore Tech che tradizionalmente tende ad assumere professionisti e manager più giovani, oppure ai settori più tradizionali, come quello Legal e Finance, che tendenzialmente vede la presenza di professionisti più senior. Queste dinamiche possono portare a pregiudizi inconsci nei confronti di individui al di fuori delle demografie d'età consolidate all'interno di un'azienda o settore.
Cambiamenti all’interno del modo di lavorare dei professionisti, nella flessibilità e nelle modalità di assunzione hanno portato a nuove sfide e complessità legate all'ageismo. Tra le più evidenti c'è il passaggio al lavoro da remoto e ibrido in molti ruoli.
Esiste una percezione comune che siano le generazioni più giovani, i nativi digitali, a spingere per una maggiore flessibilità sul posto di lavoro. Tuttavia, dal nostro report Talent Trends emerge come i dipendenti più senior abbiano dichiarato di dover far fronte a politiche aziendali che richiedono maggior presenza in ufficio di quanto desidererebbero.
Affrontare l'ageismo non solo promuove equità e uguaglianza, ma porta anche significativi benefici aziendali, tra cui una più ampia selezione di candidati, una risposta all'invecchiamento della popolazione, la retention di personale esperto e la promozione della collaborazione intergenerazionale.
Il report mette in luce uno scollamento tra percezione e realtà della discriminazione nei luoghi di lavoro:
Il 10% degli intervistati ha dichiarato di aver subìto discriminazioni sul lavoro. Tra questi, il 36% ha indicato l’età come principale fattore.
Il 24% ha assistito a episodi di discriminazione nei confronti di un altro collega.
“Prevenire la discriminazione basata sull’età nei luoghi di lavoro” è emersa come la priorità DE&I numero uno per i dipendenti.
Anche se solo il 10% dichiara episodi diretti, la prevenzione dell’ageismo viene messa in cima alle priorità DE&I: un segnale di carenza di fiducia e inclusione nei contesti lavorativi.
Pur essendo relativamente basso il numero di casi diretti, le preoccupazioni per l’ageismo e altri pregiudizi rimangono diffuse. Questo divario è ulteriormente messo in evidenza da altri dati:
Il 14% ha subito microaggressioni
Il 12% è stato vittima di stereotipi
L’8% ha subito discriminazioni durante un processo di selezione
Queste cifre indicano la presenza di forme sottili di esclusione più che di discriminazioni evidenti. Il fatto che la prevenzione dell’ageismo emerga come priorità DE&I, pur a fronte di una minoranza che dichiara di averne fatto esperienza diretta, segnala una preoccupazione diffusa per il rischio potenziale più che per episodi concreti.
Questo sottolinea un divario cruciale di percezione: i dipendenti attribuiscono grande valore a un ambiente inclusivo, anche se non hanno vissuto discriminazioni in prima persona. Ciò evidenzia l’esigenza per i datori di lavoro di affrontare non solo pratiche discriminatorie esplicite, ma anche le dinamiche culturali che alimentano sensazioni di esclusione o pregiudizio.
Spesso si pensa che l’ageismo colpisca soprattutto i lavoratori più senior, ma il nostro report mostra anche i professionisti più giovani sono coinvolti:
50% tra i rispondenti over 50
37% tra i ventenni
30% tra i trentenni
26% tra i quarantenni
Per i lavoratori più senior, il rapido ritmo del cambiamento tecnologico può generare vulnerabilità, mentre i più giovani si confrontano spesso con etichette che li descrivono come inesperti o ingenui. Questa sfida multigenerazionale mette in luce la necessità di pratiche inclusive che supportino i dipendenti di tutte le età.
L’ageismo spesso si intreccia con altre forme di discriminazione, come quella di genere, evidenziando la necessità di affrontare le tematiche DE&I in modo integrato. Il report mette in luce anche una disparità di genere nelle discriminazioni legate all’età:
38% degli uomini
32% delle donne
30% delle persone gender-diverse o che non hanno dichiarato il proprio genere
Poiché l’ageismo attraversa i diversi gruppi demografici e spesso amplifica altri bias, è diventato una delle principali preoccupazioni dei dipendenti. Comprenderne le cause è essenziale per sviluppare strategie efficaci che lo contrastino e creino ambienti di lavoro più inclusivi.
Diversi fattori possono spiegare la forte attenzione dei lavoratori sulla prevenzione dell’ageismo:
Prospettive future: con l’invecchiamento della popolazione in Italia e l’aumento dell’età pensionabile, i dipendenti prevedono carriere più lunghe e temono discriminazioni future.
Impatto economico: il timore dell’ageismo è legato alla sicurezza del posto di lavoro e alle possibilità di crescita in un mercato competitivo.
Cambiamenti culturali: con ambienti sempre più multigenerazionali cresce la consapevolezza di bias e stereotipi legati all’età.
Osservazioni personali: anche senza subirle direttamente, i lavoratori possono aver assistito a discriminazioni basate sull’età, elemento che accresce la loro preoccupazione.
Pur rimanendo l’ageismo la principale preoccupazione, il report evidenzia la presenza di varie forme di discriminazione.
L’attenzione posta sulle iniziative per promuovere diversità etnica, uguaglianza di genere e inclusione delle persone con disabilità mostra una forte consapevolezza della necessità di strategie DE&I a 360 gradi.
La diffusione di microaggressioni e stereotipi sottolinea ulteriormente la natura sottile e pervasiva della discriminazione sul lavoro, spesso meno visibile di quella esplicita, ma in grado di alimentare un senso di vulnerabilità a diversi bias, incluso l’ageismo.
Oltre al tema dell’ageismo, il report rivela che i luoghi di lavoro in Italia hanno ancora difficoltà con l’inclusione:
83% percepisce una mancanza di diversità nei ruoli di leadership senior
76% ritiene che il proprio luogo di lavoro non sia inclusivo
67% dichiara di non poter essere sé stesso al lavoro
60% non si sente sicuro sul posto di lavoro
Queste percezioni mostrano la necessità di strategie DE&I complete, che vadano oltre l’età e abbraccino tutte le forme di diversità e inclusione.
Contrastare l’ageismo non è semplice come introdurre una policy o organizzare un workshop: le sue radici affondano in mentalità e pregiudizi personali profondamente radicati.
Per questo, occorre un approccio olistico che porti cambiamenti pratici e, nel tempo, modifichi la percezione collettiva sull’età nei luoghi di lavoro.
Le aziende dovrebbero condurre valutazioni approfondite per comprendere le proprie sfide e dinamiche culturali, per poi sviluppare strategie su misura.
L’ageismo in azienda può verificarsi in diverse forme, alcune più esplicite ed evidenti, altre più sottili e non semplici da identificare. Vediamo insieme qualche esempio:
Affrontare l'ageismo in modo efficace porta benefici concreti sia alle aziende che ai professionisti. Vediamo quali:
Le aziende possono contribuire a smantellare l’ageismo radicato nelle culture aziendali scegliendo e attuando strategie mirate alle proprie esigenze.
Questo approccio non solo favorisce un ambiente inclusivo che valorizza la diversità in tutte le sue forme, ma permette anche di costruire una forza lavoro dinamica, innovativa e coinvolta – elemento chiave per prosperare nel contesto economico attuale.
L’obiettivo non è spuntare caselle con le attività compiute, ma generare un cambiamento concreto. Partire da una valutazione, selezionare le strategie più adatte e impegnarsi in un monitoraggio costante è il modo più efficace per eliminare l’ageismo e creare un luogo di lavoro che valorizzi dipendenti di ogni età, a beneficio sia delle persone che delle organizzazioni.
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Le aziende hanno a disposizione diverse strategie per affrontare l'ageismo in modo efficace:
Affrontando proattivamente l'ageismo, le aziende possono creare ambienti di lavoro più inclusivi e produttivi.
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L’ageismo è una forma di discriminazione basata sull’età, e si verifica quando una persona o un gruppo di persone vengono trattate ingiustamente per via della loro età, sia che si tratti di giovani che di persone più senior.
L’ageismo in azienda può verificarsi in diverse forme. Ecco qualche esempio:
Come le aziende possono affrontare l’ageismo e beneficiare di ambienti di lavoro multigenerazionali? Scoprilo all’interno del nostro articolo!
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